Espatrio: perchè scegliere Malta o l'Ungheria?

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Pubblicato 2024-05-09 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Sebbene non siano tra i Paesi più gettonati tra gli espatriati, Malta e Ungheria hanno requisiti di ingresso e di residenza agevolati rispetto a destinazioni popolari come gli Stati Uniti e il Canada. Perchè è più facile trasferirsi a Malta o in Ungheria, e che vantaggi offrono agli espatriati e a chi volesse trasferirsi?

Una panoramica su Malta e Ungheria

Secondo uno studio di William Russell, una compagnia internazionale di assicurazioni, le nazioni dove è più facile immigrare sono Ungheria, Malta e Austria. Delle tre, la più accessibile per gli stranieri è l'Ungheria, che ottiene un punteggio di 3,85/10. Malta la segue a ruota, con un punteggio di 3,87/10, e l'Austria ottiene un punteggio di 3,91/10. I risultati dello studio si basano sul numero di stranieri che vivono nel Paese, sui costi stimati dei visti, sul reddito minimo richiesto e sui tempi di elaborazione delle domande.

In Ungheria, dove la comunità di residenti stranieri è relativamente bassa (6,1%), il costo per l'ottenimento del visto è di sole 58 sterline. Anche il reddito minimo richiesto, pari a circa 13.000 sterline, è significativamente più contenuto. A Malta bisogna guadagnare almeno 28.000 sterline e pagare 240 sterline per ottenere un visto. L'Austria richiede un reddito più elevato (39.034 sterline), ma il costo del visto è più basso (137 sterline). L'Austria, tuttavia, vince per la velocità di elaborazione del visto, che è di 3 mesi rispetto ai 4 mesi di Ungheria e Malta. Gli stranieri sono generalmente più attratti da Malta (26%) e dall'Austria (19,3%) che dall'Ungheria.

Al di là delle procedure di immigrazione, quali sono i vantaggi di Malta e Ungheria? Crescita economica, politiche di immigrazione e prospettive di carriera: analizziamo i punti di forza di questi due Stati.

Malta cerca talenti stranieri

Malta è molto popolare tra gli imprenditori stranieri (soprattutto europei) per le sue politiche fiscali favorevoli. I cittadini europei, inoltre, godono di formalità amministrative più snelle.

Nel 2017, Malta cercava già imprenditori e lavoratori stranieri, per fronteggiare la carenza di manodopera. Al tempo, l'isola lanciò una massiccia campagna per attrarre 20.000 europei disoccupati nell'arco di cinque anni. Nel 2021, Malta contava oltre 115.000 residenti stranieri: gli italiani erano la comunità più numerosa (14.000), seguiti da britannici e indiani. La Brexit ha incrementato l'immigrazione e sempre più francesi e italiani che vogliono imparare l'inglese vanno a Malta, dove il numero di scuole di lingua inglese è in aumento.

Un nuovo permesso di lavoro per i talenti non europei

Grazie alla Specialist Employee Initiative (SEI), un nuovo permesso di lavoro introdotto nel gennaio 2024, anche i lavoratori non europei altamente qualificati potranno beneficiare di condizioni agevolate. La SEI promette un processo accelerato, con il rilascio del visto in 15 giorni lavorativi. Per ottenere il permesso, i richiedenti devono essere in possesso di una laurea (o di un diploma e almeno tre anni di esperienza professionale), aver ottenuto un lavoro presso un'azienda maltese e guadagnare almeno 25.000 euro all'anno. La tassa di iscrizione al programma è di 300€. Il SEI è valido per un anno ed è rinnovabile per un massimo di tre anni.

L'Ungheria cerca talenti stranieri, ma gioca la carta della prudenza

A differenza di Malta, l'Ungheria non è terra di immigrazione (come risulta anche dallo studio di William Russell). Il Primo Ministro Viktor Orbán, alla guida del Paese dal 2010, si è definito “anti-immigrazione”. I cittadini europei hanno diritto di lavorare in Ungheria senza permesso di lavoro, a patto che si registrino presso le autorità locali dopo tre mesi di permanenza. 

Apertura graduale ai lavoratori stranieri

Viktor Orbán sta aprendo gradualmente le porte ai lavoratori stranieri per far fronte alla crescente carenza di manodopera. Le imprese stanno sollecitando l'esecutivo perchè facilitino l'arrivo di lavoratori stranieri non europei. Nel settembre 2021, un decreto ha permesso ai cittadini di diversi Paesi del Sud-Est asiatico di ottenere un visto di lavoro (rinnovabile) della durata di due anni. Un anno prima, il governo aveva già agevolato le assunzioni da diversi Paesi extraeuropei, tra cui il Sud America e l'Asia.

Questi professionisti stranieri lavorano principalmente nel settore industriale. Il 9 marzo 2023, Orbán ha riconosciuto che l'Ungheria “avrà bisogno di 500.000 nuovi lavoratori nel prossimo anno o due”. Ha però promesso di dare priorità all'assunzione di ungheresi: gli stranieri resteranno per “un periodo di tempo limitato”.  

Settori promettenti per gli espatriati in Ungheria 

Oltre all'industria, l'Ungheria necessita di manodopera straniera anche nei settori del turismo, dell'ospitalità, dei trasporti e dell'agricoltura. Le aziende, compresi i grandi gruppi con sede in Ungheria (come Samsung), fanno affidamento sugli immigrati, un motore di sviluppo indispensabile. Tuttavia, la crescita economica rimane lenta, addirittura in calo del -0,9% nel 2023, secondo l'Ufficio Centrale di Statistica ungherese (Központi Statisztikai Hivatal). La crescita osservata durante l'estate del 2023 è stata ostacolata da un clima economico complessivamente cupo, in particolare quello della Germania, suo storico partner industriale e commerciale. Il Ministro dell'Economia ungherese Mihály Varga ha promesso, per quest'anno, una crescita del 3 o 4%.